Å·±¦ÓéÀÖ

Jump to ratings and reviews
Rate this book

Kafka

Rate this book
Pietro Citati, author of highly acclaimed biographies of Goethe and Tolstoy, now brings the full power of his intellect and perception to a major new psychobiography of one of the most brilliant—yet personally elusive—writers of the twentieth century: Franz Kafka. This is a completely convincing exploration and recreation of Kafka's life—not so much its daily events (although the emotional architecture of the great friendship with Max Brod, Kafka's tormented relationship with his father, the extraordinary courtships of Felice Bauer and Milena Jesenská, are all wonderfully opened to fresh insight) as his inner life, and the continuous and astonishing process by which Kafka "lived" his stories, lived in the world of fantasy and literature, and made his writings metaphorical mirrors of his innermost life.

Citati leads us into the darkness—literally: into those hours between ten at night and six in the morning when Kafka learned, in his cramped little passageway-room in his parents' apartment, to leave behind the neurasthenic anguishes that tormented him by day, and to submerge himself in a superhuman and terrible serenity, to gain access to a place—the story—where everything was placated and set onto "the right path." And here we watch the miracle take place that makes him unique among modern writers—the exploration of an inner darkness that loses none of its disquieting power, the unconscious that assumes a shape and yet remains unconscious; reason never interposes its mediation and yet the whole unknown archipelago is slowly illuminated as though it were a creation of the day: we are immersed simultaneously in the unconscious and in a vortex of light. Citati takes us into the very creation of all the major works� Amerika , The Trial , The Castle , "The Metamorphosis." Many of the stories are also explored in detail, and these in turn are made part of Kafka's life. Beautifully written, passionately empathetic, luminously clear—an exceptional book by one of Europe's finest literary critics.

320 pages, Hardcover

First published January 1, 1987

18 people are currently reading
288 people want to read

About the author

Pietro Citati

95Ìýbooks58Ìýfollowers
He was a famous Italian writer and literary critic.

He wrote critical biographies of Goethe, Alexander the Great, Kafka and Marcel Proust as well as a short but unforgettable memoir on his thirty-year friendship with Italo Calvino.

In Kafka, Pietro Citati has the great writer declare: "'I am like you, I am a man like you, I suffer and rejoice as you do, like a meticulous and buoyant angel, a being who lives far away in a world that did not belong even to him."

From 1973 to 1988, he contributed to the cultural section of Corriere della Sera and had been the literary critic for la Repubblica since 1988.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
42 (32%)
4 stars
52 (40%)
3 stars
30 (23%)
2 stars
4 (3%)
1 star
1 (<1%)
Displaying 1 - 15 of 15 reviews
Profile Image for Fernando.
717 reviews1,067 followers
March 3, 2023
“Para sorprender a los dioses, hay que estar despierto de noche, como Kafka, que escribía La metamorfosis, La condena, El proceso y El castillo, en vez de dormir.�

Estoy en condiciones de asegurar que con esta de Pietro Citati ya tengo todas las biografías y ensayos más importantes que se han escrito sobre Franz Kafka.
Desde la monumental biografía de más de 2.300 páginas en la que Reiner Stach insumió más de dieciocho años, pasando por la que escribió su amigo y albacea Max Brod, los trabajos de Walter Benjamin, Roberto Calasso, Maurice Blanchot, Marthe Robert, Elías Canetti, Benjamin Balint, Daniel Desmarquest, Josef Cermak y las guías de Klaus Wagenbach además las escritas por escritores argentinos como Luis Gusmán, Mario Lancelotti u Oscar Caeiro.
Esta biografía de Citati es extraordinaria, no solo por la introspección que el autor italiano hace sobre la vida de Kafka, sino por su revisionismo histórico y el exhaustivo análisis literario.
Todo lo que se lee aquí es convincente y claro, no tiene fallas ni grietas, está a la altura de la obra kafkiana y posee además una descripción eficaz que por momentos roza lo poético en muchas de sus descripciones.
Para llevar adelante este ensayo biográfico, Citati se vale de los “highlights� más relevantes en la obra del autor checo volcándolos en capítulos, como los son los relatos de sus inicios, más precisamente “La condena�, la tarde que conoció a su prometida Felice Bauer en la casa de su amigo Max Brod, su novela “El desaparecido� (“América�), los años 1913 y 1914, también relacionados con Felice, la novela “El proceso�, los relatos “La construcción de la muralla china� y “El silencio de las sirenas�, los “Aforismos de Zürau�, la fogosa relación de Kafka con otra mujer clave en su vida, Milena Jesenská, el proceso previo y el desarrollo de la novela “El castillo�, los relatos “La madriguera� e “Investigaciones de un perro� y el año 1924 que marcaría el final de la vida de Kafka acompañado por Dora Diamant.
Con estos elementos es suficiente. No es necesario tomar absolutamente todo lo que escribió Kafka para escribir una biografía sobre él y que es algo que me digo a mi mismo, que en breve me embarcaré en el mismo proyecto.
La concepción y desarrollo de esta novela me resulta clave a la hora de sentarme a escribir la mía sobre el autor que me ha conquistado en muchos aspectos de mi vida.
Pietro Citati ha escrito una biografía prácticamente perfecta que recomiendo para todos aquellos lectores que aman a Kafka tanto como yo.
Profile Image for Simona.
948 reviews220 followers
August 31, 2020
Pietro Citati racconta Franz Kafka sotto ogni aspetto: sia umano con le sue paure e ansie, ma anche come scrittore, autore di opere quali La Metamorfosi, Il processo oppure Il castello.
Un Kafka che, fin dalla prime righe, sembra circondato da "una parete di vetro", dietro la quale si nascondeva un'anima che tendeva a nascondersi, a non palesarsi quasi ad autoescludersi dal mondo per la paura di affrontarlo. Nelle parole di Citati, Kafka è un uomo che teme la vita verso la quale prova disgusto e terrore, il che spiega la sua autoesclusione, non solo dal mondo, ma anche dalla vita stessa.
Inoltre, fu ossessionato dal proprio corpo che "lo ostacolava, lo sabotava, impediva il suo sviluppo intellettuale e spirituale".
Le pagine dedicate alla stesura di opere come Il processo o Il castello sono perle rare. Un saggio che invita a conoscere l'uomo che si cela dietro lo scrittore e imparare maggiormente ad apprezzarlo.
Profile Image for SCARABOOKS.
291 reviews253 followers
December 19, 2021
Il Solenoide di Cartarescu, letto di recente, ricorda per via implicita uno spunto di interpretazione di Kafka, probabilmente centrale, che Citati più e meglio di altri aveva avuto il merito dì evidenziare proprio in questo libro. Che è insieme biografia e lettura critica. È la chiave di lettura incentrata sulla percezione “del sentimento tragico della vita�, per dirla con de Unamuno. La sofferente consapevolezza cioè che K ebbe in misura devastante, forse più di ogni altro scrittore, del limite della condizione umana, del bisogno di comprenderne il senso e della spinta a tentare di trovare una via di uscita, una qualche salvezza, in una trascendenza che resta sempre lontanissima e forse vuota. Una consapevolezza ed un bisogno che i più non provano o ignorano e che quindi rendono straniero chi li avverte; lo isolano nell’attesa e nella paura, lo rendono colpevole di una colpa inesprimibile e alla fine lo uccidono.

Il libro effettivamente è una delle cose migliori di Citati. Forse anche una delle cose migliori nella sterminata letteratura critica su Kafka.
Perché, a parte l’aspetto di cui dicevo, fondamentale, prova fare ciò che è quasi impossibile. Offrire cioè una interpretazione e insieme una guida alla lettura: attenta e colta, ma anche accessibile. Una guida non solo ai tre grandi romanzi, a La metamorfosi e ad alcuni altri racconti, ma anche alle vicende tormentate della vita di K. Alcune chiavi interpretative si possono condividere, altre ciascuno se le può rimodellare secondo la propria sensibilità di lettore e la propria strumentazione. Però il percorso che Citati offre è sicuramente utile.

La verità, davanti alla quale lo stesso Citati più volte si arrende esplicitamente con grande onestà, è che non si finirà mai di esplorare quel che K. ha nascosto dietro il surreale, dietro la chiave comica e grottesca, dentro il suo mondo di animali, soffitte, tane e labirinti, nelle sue attese senza speranza non si sa di che cosa; persino nella lontananza e nella grandezza sconfinata della Cina o dietro le luci abbaglianti dell’America.

Qui il resoconto di un approccio a Kafka

Profile Image for Vítor Leal.
115 reviews23 followers
July 28, 2021
Depois, permitindo-se finalmente um salto na utopia: “Onde está a eterna primavera?�
Profile Image for Hex75.
986 reviews57 followers
November 22, 2019
parte biografia e parte saggio critico, questo lavoro di pietro citati su franz kafka è decisamente denso di considerazioni e riflessioni, tanto da avermi lasciato alla fine frastornato.
ok, parlare di kafka non è semplice: pochi autori sono arrivati a tal punto da trasformarsi in aggettivo (l'abusato termione "kafkiano") pur restando un enorme enigma, pochi autori sono tanto famosi quanto in realtà sconosciuti (anche alla fine della lettura resta il dubbio che del kafka uomo sappiamo davvero pochissimo rispetto a cosa debba esser stato), pochi autori sono riusciti a costruire così tanto con così poco materiale finito, visto che alcune delle sue opere principali rimasero incompiute.
citati prova a scendere nell'abisso dell'opera kafkiana aiutato da un'enorme preparazione culturale e soprattutto da un sicero amore per l'autore e la sua opera, e questi due aspetti emergono in ogni singola pagina anche se ogni volta il rischio è di venirne soffocati, o almeno questa è la sensazione che ne ho avuto io.
detto questo devo ammettere che il libro mi ha fatto rendere conto che la lettura fatta nell'adolescenza (su uno di quei mammuttoni della newtone!) di kafka sarebbe da ripetersi adesso, e che forse ora saprei apprezzarlo molto più di quanto non l'abbia fatto allora...
Profile Image for Riccardo Mazzocchio.
AuthorÌý3 books83 followers
September 20, 2021
Saggio su Kafka nello stile complesso di Citati. Riuscita la caratterizzazione dello scrittore di cui emergono secondo me i tratti paranoici/psicotici che ben spiegano i temi e i personaggi delle sue opere. "Come Kafka pensava, l'autobiografia, quest'arma dell'io razionale, non ci assicura affatto di raggiungere la verità su noi stessi. Questa verità la permette soltanto l'autodistruzione dell'io: o l'impersonale metamorfosi del racconto e del romanzo, dove l'io si scioglie in una trama di rapporti oggettivi."
Profile Image for Gabriela Solis.
122 reviews51 followers
August 26, 2019
Leer a un escritor que escribe sobre otro escritor que tú también amas es placer que tiene algo de voyeur y de ménage à trois. En este caso, el amado en común es Kafka y la naturaleza del texto que Citati ha escrito sobre él es escurridiza. No es ni por asomo una biografía, tampoco un análisis académico; aunque tiene elementos de ambos, Citati utiliza su propia curiosidad e intuición como brújula y deja volar su imaginación de lector apasionado para indagar en la personalidad de Kafka, sus novelas y relatos, sus relaciones con Felice, Milena y Dora. Lo que más impresiona y duele de Kafka es lo concentrado de su escritura, su deseo de autolimitación. Me refiero a su voluntad de no ser expansivo, de quitar todo lo que no fuera esencial, de bajar a los abismos del ser (al “Pozo de Babel�, según él mismo) a costa de su paz para cumplir el mandato de escribir literatura. En lo profundo de su ánimo quería sufrir, sacrificarse, ser inmolado para restablecer una armonía de la que nunca gozó. “Mi celda en la cárcel: mi fortaleza�, escribió en su diario. “Kafka no buscaba la multiplicidad, sino la concentración, la clausura, el ahogo, la cohesión�, escribe Citati y me vuelve a asombrar cuán poco importan las florituras, los rizos y todo lo estorboso que son las preocupaciones estilísticas cuando se quiere nombrar la verdad. El libro termina con una anécdota sobre la reconciliación de Kafka con su padre antes de morir de tuberculosis. No pretendo averiguar si es verdad o ficción: al nudo en mi garganta poco le importa.
Profile Image for Hadrian.
53 reviews6 followers
February 28, 2025
Decía Bolaño que Kafka fue el mejor escritor del siglo XX porque solo él escribía desde el abismo, los demás grandes escritores, si acaso, se asomaban al abismo. ¿A qué se referiría Bolaño con aquello del abismo? ¿Quizá que Kafka vislumbraba los horrores que auguraban al siglo seguramente más sangriento de la historia de la humanidad?

Con Kafka siempre he mantenido una relación extraña. Lo he sentido cerca cuando estudiaba Filosofía, pero todavía más aún cuando comecé Lengua y Literatura hispánica. Recuerdo analizar un cuento suyo y su intertextualidad con un microrrelato de Luis Mateo Díez. Todo quedó ahí. Si bien entre las lecturas de la secundaria leí la Metamorfosis, cosa rara en mí, puesto que en aquella época rara vez leía yo. Y recuerdo que me dejó una sensación muy extraña, totalmente inefable para el limitado vocabulario que tenía en aquella época. Solo sé que esperé durante todo el libro a que se produjera la transformación y, resulta, que ya se había producido con el propio comienzo de la obra.

Pasaron los años y algunos amigos leyeron El Proceso y yo leí desganado El Castillo. Ya con mayor hábito lector, pero con poca pericia, de tener alguna. Y, de nuevo, se produjo esa misma sensación inefable de la que, además, guardo poca memoria. Soy bastante desmemoriado, lo reconozco. Hace poco adquirí la obra completa de Kafka y empecé a leer sus Diarios...me sentí muy identificado con gran parte de la autoflagelación que se inflinge a sí mismo. Sus neuras como escritor que a menudo no escribía o que no podía o que no quería. Y como yo también intento eso de escribir, aunque acabé siempre insultándome a mí mismo y despreciándome por mi poca pericia, con mucha más razón con la que Kafka se denigraba a sí mismo, pues resunan con gusto sus palabras en mis ojos.

Y heme ahora inmerso en un proceso burocrático-pedagógico, en unas oposiciones para profesor de secundaria, y no se me ha ocurrido otra cosa que volver a Kafka. Llegar a él de verdad. No quiero volver de cualquier manera, por eso he comenzado con esta introducción a su obra. Cartarescu a tenido mucha culpa, ya que su Solenoide es un constante dialogar con Kafka. Y siguiendo uno de los comentarios de otro usuario, seguramente fanático de Kafka, también iré adquiriendo otras obras de otros autores que hayan tratando a este monstruo de las letras.

De esta obra de Citati solo puedo decir que no estoy lo capacitado para valorarla objetivamente. Sin apenas conocimiento de la obra del autor, un ensayo con pretensiones también literarias sobre la obra de un autor que apenas he rozado se me hace grande. Hace una lectura casi rabínica de Kafka, apegada al texto, casi línea por línea (aunque sintetizado, puesto que las dimensiones del texto lo imponen) Sin embargo, creo que es ilustrativa, exhaustiva y honesta. De hecho, las primeras doscientas páginas me han entusiasmado. El resto se me han hecho cuesta arriba porque el objeto al que referencia, la obra de Kafka, me es ignota.

Luego vendrá Steicher, Canetti, Benjamin y hasta una obra que he visto publicada hace no mucho y que con sus 900 páginas mete miedo al diablo: Kafka. El abismo de la literatura.

Otra vez el abismo... ¿Qué será eso del abismo?
Profile Image for Parker.
126 reviews
July 10, 2016
By the end of this book, I just couldn't recommend it to anyone. Half the time I had no idea what the author was talking about. It was like wading into a philosophy classroom of beginners who have a ghastly penchant for purple prose. There may be a great book on the life of Kafka, but this is not it.
Profile Image for Gonzalo.
114 reviews2 followers
November 20, 2024
Quién fue realmente Franz Kafka? En Kafka, Pietro Citati no busca simplificar, sino explorar las complejidades de un autor cuyo genio parece inabarcable. Esta obra no es una biografía, ni un análisis literario al uso, sino un viaje por los recovecos de su mente y sus textos. Desde las tensiones con su padre hasta su obsesión por la literatura como un veneno y un salvavidas, Citati nos sumerge en las contradicciones que definieron al hombre que vislumbró, sin alcanzar, su propia Tierra Prometida.






Continuamos leyendo obras en torno a Kafka con motivo del centenario de su fallecimiento y, en este caso, toca el turno a este volumen de Pietro Citati, titulado Kafka, sin más, que fue publicado por Acantilado hace ya unos años. Citati es un autor italiano que tiene, entre diversos honores y reconocimientos, el de ser duque del reino de Redonda, lo que nos puede dar una idea del tipo de literatura a que se dedicó este notable intelectual italiano fallecido en 2022.



La principal dificultad de este volumen viene a la hora de definirlo. No se trata de una biografía ni de un estudio de la obra de Kafka. Tampoco pretende ofrecer interpretaciones sobre la misma ni discurrir sobre la vigencia de su obra. Y, sin embargo, es un poco de todo ello.



El esquema central son las obras de Kafka, y para los periodos más vacíos de las mismas, como su vida preliteraria, su periodo de romance con Felice o los últimos meses de vida, los capítulos toman más bien un tono biográfico. En el resto de casos la obra deriva más bien en cierta perífrasis de los principales textos de Kafka y la glosa detallada que de ellos hace Citati.



Precisemos que, por textos, entendemos cualquier narración, novela (esbozada o concluida), diarios, correspondencia, capítulos sueltos y así hasta completar la más diversa de las escrituras del autor. Porque con todas ellas construye Citati un todo completo y coherente en el que pretende hallar un espíritu propio de Kafka, espíritu que como el de todas las personas evoluciona en el tiempo y en el que las prioridades van mutando según la vida nos empuja de uno a otro lado.



Pero la obra de Kafka es tan compleja pese a su brevedad y ofrece tantas posibles interpretaciones, vías de escape y recovecos que Citati no siempre logra salir de algo más que la mera repetición de los argumentos sin ir más allá, así ocurre en el caso de algunos relatos breves que parecen escabullirse entre las manos sin lograr ir más allá de la interpretación convencional.



Sin embargo, Citati tiene hallazgos muy relevantes a la hora de afrontar el objeto de su estudio. Uno de los mejores ejemplos es el que se refiere a la metáfora de la tierra de Canaán, es decir, un destino liberador, tal vez prometido por un Dios omnímodo pero ausente, territorio al que Kafka debería aspirar, un lugar en el que todas las dificultades parecen menos gravosas. Y esa tierra de Canaán puede ser Felice y, por eso, a ella se aferra pese a todas las dificultades. Porque Kafka es conocedor de que la promesa sagrada implica la renuncia a un veneno que le atormenta y que le tiene atenazado, la Literatura. Sabe que caer en los brazos de la berlinesa es abandonar la Literatura, ambos mundos son incompatibles. Las preocupaciones burguesas por la casa de la pareja, los muebles, las visitas familiares, todo ello conspira contra la creación de Kafka, contra la pureza de la que cree nace toda su inspiración. Al menos así lo cree desde la epifánica noche en la que escribió La condena, trágica puesto que le crea una ilusión de la creación algo alejada de lo que será capaz de reproducir en el futuro, arrastrando sus nervios, su salud o su vida entera. Y esa tierra de Canaán se le muestra sugerente, una forma fácil de salir del torrente en que vive, pero tal vez solo para caer en otro.



Como muy bien reflexiona Citati, Kafka ya vivió en la tierra de Canaán y decidió renunciar a ella. Y en ese tiempo, Moisés era su padre, el temible Hermann Kafka y Canaán era Praga, los alrededores de la Plaza Vieja, ese pequeño círculo al que quedaba constreñida la vida del escritor pero en el que tenía asegurado su porvenir en el próspero negocio familiar, en las rutinas de una familia judía germanófila del Imperio. Tan solo debía someterse a esas manías de su padre, a los cuidados de su madre y a las conveniencias de sus amistades. Y a ello renunció Kafka.



Y la metáfora llega hasta Milena, una amante voluptuosa frente a la casta, tal vez frígida Felice, un torbellino que aúna ese atractivo sexual que Kafka siempre vió como ajeno al matrimonio, más propio de los encuentros casuales (o no) con prostitutas. Pero, además, Milena era una intelectual checa brillante, solo aplastada por su vida en una Viena que veía lo checo como una rusticidad que debía esconderse y por un marido lleno de ego que temía que su esposa le hiciera sombra. Milena era todo lo contrario de Felice de quien tan solo podía admirar su talento práctico, una cualidad totalmente ajena a Kafka. En ella se personifica nuevamente la promesa de una tierra sagrada, de un lugar en el que asentar la nueva vida de Kafka y compatibilizar todas sus inclinaciones. Con Felice la Literatura quedaba proscrita, con Milena podía abrazar ambas, no en vano ella había sido incluso traductora al checo de algunas de sus obras.



Y, sin embargo, Milena tampoco sería el destino feliz de Kafka. Su complicada vida matrimonial se interponía con firmeza. También podemos plantearnos si una relación presidida por una fuerte pulsión sexual que no quedaría reprimida como seguramente hubiera ocurrido con Felice, no habría agotado las fuerzas espirituales de Kafka. Sea como fuere, lo cierto es que en ambos casos el curso de la correspondencia sigue un ritmo similar. Desde el encandilamiento inicial a la contramarcha. Ama pero pone encima de la mesa todas las pegas y miserias que puede aportar a la relación, se desprecia y, con ello, desprecia el amor que se le ofrece, quiere pero a la vez no quiere, prefiere que las cosas ocurran, un impás que ninguna de las mujeres soportará, sin lograr obtener un rechazo explícito del autor, como sí lo recibió otra prometida menos compleja, Julie, la camarera praguense con la que Kafka se comprometió, probablemente con el único fin de cavar una ancha trinchera entre su vida privada y su familia.



También en la comparación entre El castillo y El proceso, obras que muchos autores consideran variaciones sobre el mismo tema, muestra Citati su finura de análisis. Para él, en El proceso, el protagonista se ve cuestionado, amenazado, acorralado (claramente es conocedor de la teoría de Canetti) y esto le hace saltar, tratar de buscar incansablemente el modo de probar su inocencia. Sin embargo, en El castillo, K. es quien inicia la búsqueda, es él quien quiere llegar al castillo, quien muestra ese interés, esa intención, en el sentido de la interpretación de Brod, de buscar a Dios. Un Dios que, señala Citati, semeja un remedo del relato extraído de El proceso titulado Ante la Ley, porque el castillo parece el destino puesto expresamente a disposición de K. y solo para K.



Y es que en el momento en el que Kafka inicia la escritura de El castillo, ya ha tenido el brote de tuberculosis y, pese a sus esfuerzos por tratar la enfermedad en diversos sanatorios, sabe que ha perdido la partida. Ya no aspira a esa tierra prometida, sabe que el tiempo se agota y sale a buscar la verdad. Ya lo hizo a través de los impresionantes aforismos que redacta en su retiro campestre de Zürau, pero agranda su búsqueda con esta gran novela.



Sin embargo, lo poco que K. logra entrever del castillo no es muy reconfortante. Nos recuerda otros relatos que parecen traídos de su imaginación onírica. En El mensaje del emperador nos habla de la metáfora de la imposibilidad de huir, siempre queda atrapado. El emperador (Dios) muere pero no pasa nada, todo sigue igual, tampoco él quedará liberado aunque muera su padre, huya de él, aunque se case con Felice, no hay escape. Tampoco en La metamorfósis hay posibilidad de huida, el hijo es tolerado, se le alimenta pero se le oculta, todo queda dentro, los trapos sucios se lavan en casa si bien es la hermana la que rompe las normas, la que deja de mostrarle afecto condenando ya a Gregor Samsa a la muerte real.



Por otro lado, también nos ofrece la explicación del cambio entre la dickensiana El desaparecido y el cambio a El proceso. La primera es una obra que fluye, con diversos personaje, riqueza de paisajes, una complejidad que terminó por desbaratar el intento de Kafka y llegar a un final que su técnica es incapaz de completar, le fallan las fuerzas.





Por ello, el siguiente intento novelístico es más acorde a las capacidades que Kafka ha aprendido a reconocer. Los personajes suelen limitar sus apariciones a un capítulo concreto. Cada uno de estos se constriñe a un asunto específico, una escena con comienzo y fin. Un esquema, por tanto, menos fluido, pero más eficaz a la hora de transmitir esa angustia, la asfixia vital que va ahogando poco a poco a Joseph K.



Citati, como escritor, nos ofrece una excelente oportunidad de conocer la trastienda de Kafka, ese modo de construir una historia, de construir un relato portentoso, eficaz, la infinidad de pistas que el autor deja tras de sí, sus referencias, todos los instrumentos narrativos a que un autor puede recurrir. No estamos ante un crítico, sino ante un compañero de profesión de Kafka que se maravilla de los logros de su colega y los comparte con nosotros. En este sentido, la lectura de este libro es gozosa y abre el apetito de volver a los originales, de releer a Kafka con esta nueva visión.



Pero terminemos nuestra historia siguiendo la estela de Canaán. ¿No consiguió Kafka vislumbrar siquiera esta tierra prometida? Como Moisés, quedó varado a orillas del Jordán sin poder llegar a la tierra prometida pero habiéndola vislumbrado en la distancia. Traduzcamos. Los últimos meses de la vida de Kafka suponen su único y auténtico romance puro. Dora Diamant fue la afortunada y quien le permitió atisbar la felicidad que siempre se le había derramado como arena en la palma de las manos. Con ella logra reunir las fuerzas suficientes para abandonar definitivamente Praga y mudarse a Berlín, la peor ciudad en el peor momento, prueba de que su esfuerzo fue decidido. Ni las penurias económicas ni los problemas sociales que permitían atisbar un futuro convulso lograron apagar el entusiasmo de la pareja. Kafka no tuvo que renunciar a la Literatura, al menos no cuando su debilitada salud se lo permitía.



Y con este recuerdo de lo visto abordó su último viaje a Kierling, el último sanatorio, donde falleció hace cien años acompañado de Dora y de su amigo de los últimos años, Robert Klopstock.
Profile Image for Alastair Kemp.
32 reviews11 followers
August 2, 2011
Interestingly this half biog/ half textual analysis doesn't focus on what Kafka has become synonymous with - bureaucracy. Using what comes across as a theodic psychoanalysis Citati explores in equal parts Kafka's struggles with God and the two amorous relationships with women in his life; Felice and Milena. Some critics have criticised him for treating Kafka as some sort of wounded or suffering saint, recent biographies have put such a rosy skance in doubt, but a slight romanticisation aside, the difficulties I have are not the focus on Kafka's religious struggles, which are important, not least as Kafka illuminates the struggle with religion felt a generation after Nietzsche declared God is dead but we live amongst his morality without him, an illumination still highly relevant today, rather my difficulties lie in the fact that bureacracy, for Kafka, was such an important vehicle for the means of the continuation of his undead existence. Without it the biography or analysis lies only half completed.
Profile Image for irene.
55 reviews4 followers
November 12, 2024
Non esattamente un testo accademico o un saggio di critica letteraria (vorrei onestamente avere una bibliografia, per sfizio personale), non una biografia romanzata... quasi un quaderno di appunti. La vita di Kafka è tratteggiata a schizzi, poeticamente, vista attraverso ciò che scrisse agli amici e ai suoi amori, ci sono date e riferimenti precisi ma anche lunghe divagazioni sulla sua condizione esistenziale. Le opere sono analizzate con attenzione (ho trovato molto interessanti diversi spunti), ma non si tratta appunto di un testo omnicomprensivo su Kafka. Io lo chiamerei un omaggio, ben scritto, in grado di fornire alcune informazioni interessanti ma soprattutto di fornire uno sguardo intimo su uno degli autori più amati del secolo scorso.
Lo raccomando a tutti i bimbi di Kafka come me :)
Profile Image for Carlos.
741 reviews28 followers
August 15, 2023
Quien espere una sesuda y docta biografía, plagada de notas a pie y referencias bibliográficas, se llevará tremenda decepción; en cambio, quien aspire a conocer una apreciación intimista, poética, de la vida de este insigne autor, sondear en su alma como si de un íntimo amigo se tratara, disfrutará de la cadenciosa prosa de Citati.
Como consigna Giorgio Manganelli, "...el libro de Citati no es ninguna biografía. Y, entonces, ¿qué es? Es literatura". Tal cual.
Profile Image for David Pagnanelli.
265 reviews7 followers
October 5, 2021
Una vita romanzata, quella di Kafka, alla maniera di Citati, personaggio eccentrico il secondo, personaggio il primo. Molto piacevole la lettura, chiara la cronologia degli eventi. Lo consiglio
Displaying 1 - 15 of 15 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.