Pietro Citati, author of highly acclaimed biographies of Goethe and Tolstoy, now brings the full power of his intellect and perception to a major new psychobiography of one of the most brilliant—yet personally elusive—writers of the twentieth century: Franz Kafka. This is a completely convincing exploration and recreation of Kafka's life—not so much its daily events (although the emotional architecture of the great friendship with Max Brod, Kafka's tormented relationship with his father, the extraordinary courtships of Felice Bauer and Milena Jesenská, are all wonderfully opened to fresh insight) as his inner life, and the continuous and astonishing process by which Kafka "lived" his stories, lived in the world of fantasy and literature, and made his writings metaphorical mirrors of his innermost life.
Citati leads us into the darkness—literally: into those hours between ten at night and six in the morning when Kafka learned, in his cramped little passageway-room in his parents' apartment, to leave behind the neurasthenic anguishes that tormented him by day, and to submerge himself in a superhuman and terrible serenity, to gain access to a place—the story—where everything was placated and set onto "the right path." And here we watch the miracle take place that makes him unique among modern writers—the exploration of an inner darkness that loses none of its disquieting power, the unconscious that assumes a shape and yet remains unconscious; reason never interposes its mediation and yet the whole unknown archipelago is slowly illuminated as though it were a creation of the day: we are immersed simultaneously in the unconscious and in a vortex of light. Citati takes us into the very creation of all the major works�Amerika, The Trial, The Castle, "The Metamorphosis." Many of the stories are also explored in detail, and these in turn are made part of Kafka's life. Beautifully written, passionately empathetic, luminously clear—an exceptional book by one of Europe's finest literary critics.
He was a famous Italian writer and literary critic.
He wrote critical biographies of Goethe, Alexander the Great, Kafka and Marcel Proust as well as a short but unforgettable memoir on his thirty-year friendship with Italo Calvino.
In Kafka, Pietro Citati has the great writer declare: "'I am like you, I am a man like you, I suffer and rejoice as you do, like a meticulous and buoyant angel, a being who lives far away in a world that did not belong even to him."
From 1973 to 1988, he contributed to the cultural section of Corriere della Sera and had been the literary critic for la Repubblica since 1988.
“Para sorprender a los dioses, hay que estar despierto de noche, como Kafka, que escribÃa La metamorfosis, La condena, El proceso y El castillo, en vez de dormir.â€�
Pietro Citati racconta Franz Kafka sotto ogni aspetto: sia umano con le sue paure e ansie, ma anche come scrittore, autore di opere quali La Metamorfosi, Il processo oppure Il castello. Un Kafka che, fin dalla prime righe, sembra circondato da "una parete di vetro", dietro la quale si nascondeva un'anima che tendeva a nascondersi, a non palesarsi quasi ad autoescludersi dal mondo per la paura di affrontarlo. Nelle parole di Citati, Kafka è un uomo che teme la vita verso la quale prova disgusto e terrore, il che spiega la sua autoesclusione, non solo dal mondo, ma anche dalla vita stessa. Inoltre, fu ossessionato dal proprio corpo che "lo ostacolava, lo sabotava, impediva il suo sviluppo intellettuale e spirituale". Le pagine dedicate alla stesura di opere come Il processo o Il castello sono perle rare. Un saggio che invita a conoscere l'uomo che si cela dietro lo scrittore e imparare maggiormente ad apprezzarlo.
Il Solenoide di Cartarescu, letto di recente, ricorda per via implicita uno spunto di interpretazione di Kafka, probabilmente centrale, che Citati più e meglio di altri aveva avuto il merito dì evidenziare proprio in questo libro. Che è insieme biografia e lettura critica. È la chiave di lettura incentrata sulla percezione “del sentimento tragico della vita�, per dirla con de Unamuno. La sofferente consapevolezza cioè che K ebbe in misura devastante, forse più di ogni altro scrittore, del limite della condizione umana, del bisogno di comprenderne il senso e della spinta a tentare di trovare una via di uscita, una qualche salvezza, in una trascendenza che resta sempre lontanissima e forse vuota. Una consapevolezza ed un bisogno che i più non provano o ignorano e che quindi rendono straniero chi li avverte; lo isolano nell’attesa e nella paura, lo rendono colpevole di una colpa inesprimibile e alla fine lo uccidono.
La verità , davanti alla quale lo stesso Citati più volte si arrende esplicitamente con grande onestà , è che non si finirà mai di esplorare quel che K. ha nascosto dietro il surreale, dietro la chiave comica e grottesca, dentro il suo mondo di animali, soffitte, tane e labirinti, nelle sue attese senza speranza non si sa di che cosa; persino nella lontananza e nella grandezza sconfinata della Cina o dietro le luci abbaglianti dell’America.
parte biografia e parte saggio critico, questo lavoro di pietro citati su franz kafka è decisamente denso di considerazioni e riflessioni, tanto da avermi lasciato alla fine frastornato. ok, parlare di kafka non è semplice: pochi autori sono arrivati a tal punto da trasformarsi in aggettivo (l'abusato termione "kafkiano") pur restando un enorme enigma, pochi autori sono tanto famosi quanto in realtà sconosciuti (anche alla fine della lettura resta il dubbio che del kafka uomo sappiamo davvero pochissimo rispetto a cosa debba esser stato), pochi autori sono riusciti a costruire così tanto con così poco materiale finito, visto che alcune delle sue opere principali rimasero incompiute. citati prova a scendere nell'abisso dell'opera kafkiana aiutato da un'enorme preparazione culturale e soprattutto da un sicero amore per l'autore e la sua opera, e questi due aspetti emergono in ogni singola pagina anche se ogni volta il rischio è di venirne soffocati, o almeno questa è la sensazione che ne ho avuto io. detto questo devo ammettere che il libro mi ha fatto rendere conto che la lettura fatta nell'adolescenza (su uno di quei mammuttoni della newtone!) di kafka sarebbe da ripetersi adesso, e che forse ora saprei apprezzarlo molto più di quanto non l'abbia fatto allora...
Saggio su Kafka nello stile complesso di Citati. Riuscita la caratterizzazione dello scrittore di cui emergono secondo me i tratti paranoici/psicotici che ben spiegano i temi e i personaggi delle sue opere. "Come Kafka pensava, l'autobiografia, quest'arma dell'io razionale, non ci assicura affatto di raggiungere la verità su noi stessi. Questa verità la permette soltanto l'autodistruzione dell'io: o l'impersonale metamorfosi del racconto e del romanzo, dove l'io si scioglie in una trama di rapporti oggettivi."
Luego vendrá Steicher, Canetti, Benjamin y hasta una obra que he visto publicada hace no mucho y que con sus 900 páginas mete miedo al diablo: Kafka. El abismo de la literatura.
By the end of this book, I just couldn't recommend it to anyone. Half the time I had no idea what the author was talking about. It was like wading into a philosophy classroom of beginners who have a ghastly penchant for purple prose. There may be a great book on the life of Kafka, but this is not it.
Continuamos leyendo obras en torno a Kafka con motivo del centenario de su fallecimiento y, en este caso, toca el turno a este volumen de Pietro Citati, titulado Kafka, sin más, que fue publicado por Acantilado hace ya unos años. Citati es un autor italiano que tiene, entre diversos honores y reconocimientos, el de ser duque del reino de Redonda, lo que nos puede dar una idea del tipo de literatura a que se dedicó este notable intelectual italiano fallecido en 2022.
La principal dificultad de este volumen viene a la hora de definirlo. No se trata de una biografÃa ni de un estudio de la obra de Kafka. Tampoco pretende ofrecer interpretaciones sobre la misma ni discurrir sobre la vigencia de su obra. Y, sin embargo, es un poco de todo ello.
El esquema central son las obras de Kafka, y para los periodos más vacÃos de las mismas, como su vida preliteraria, su periodo de romance con Felice o los últimos meses de vida, los capÃtulos toman más bien un tono biográfico. En el resto de casos la obra deriva más bien en cierta perÃfrasis de los principales textos de Kafka y la glosa detallada que de ellos hace Citati.
Precisemos que, por textos, entendemos cualquier narración, novela (esbozada o concluida), diarios, correspondencia, capÃtulos sueltos y asà hasta completar la más diversa de las escrituras del autor. Porque con todas ellas construye Citati un todo completo y coherente en el que pretende hallar un espÃritu propio de Kafka, espÃritu que como el de todas las personas evoluciona en el tiempo y en el que las prioridades van mutando según la vida nos empuja de uno a otro lado.
Pero la obra de Kafka es tan compleja pese a su brevedad y ofrece tantas posibles interpretaciones, vÃas de escape y recovecos que Citati no siempre logra salir de algo más que la mera repetición de los argumentos sin ir más allá, asà ocurre en el caso de algunos relatos breves que parecen escabullirse entre las manos sin lograr ir más allá de la interpretación convencional.
Sin embargo, Citati tiene hallazgos muy relevantes a la hora de afrontar el objeto de su estudio. Uno de los mejores ejemplos es el que se refiere a la metáfora de la tierra de Canaán, es decir, un destino liberador, tal vez prometido por un Dios omnÃmodo pero ausente, territorio al que Kafka deberÃa aspirar, un lugar en el que todas las dificultades parecen menos gravosas. Y esa tierra de Canaán puede ser Felice y, por eso, a ella se aferra pese a todas las dificultades. Porque Kafka es conocedor de que la promesa sagrada implica la renuncia a un veneno que le atormenta y que le tiene atenazado, la Literatura. Sabe que caer en los brazos de la berlinesa es abandonar la Literatura, ambos mundos son incompatibles. Las preocupaciones burguesas por la casa de la pareja, los muebles, las visitas familiares, todo ello conspira contra la creación de Kafka, contra la pureza de la que cree nace toda su inspiración. Al menos asà lo cree desde la epifánica noche en la que escribió La condena, trágica puesto que le crea una ilusión de la creación algo alejada de lo que será capaz de reproducir en el futuro, arrastrando sus nervios, su salud o su vida entera. Y esa tierra de Canaán se le muestra sugerente, una forma fácil de salir del torrente en que vive, pero tal vez solo para caer en otro.
Y la metáfora llega hasta Milena, una amante voluptuosa frente a la casta, tal vez frÃgida Felice, un torbellino que aúna ese atractivo sexual que Kafka siempre vió como ajeno al matrimonio, más propio de los encuentros casuales (o no) con prostitutas. Pero, además, Milena era una intelectual checa brillante, solo aplastada por su vida en una Viena que veÃa lo checo como una rusticidad que debÃa esconderse y por un marido lleno de ego que temÃa que su esposa le hiciera sombra. Milena era todo lo contrario de Felice de quien tan solo podÃa admirar su talento práctico, una cualidad totalmente ajena a Kafka. En ella se personifica nuevamente la promesa de una tierra sagrada, de un lugar en el que asentar la nueva vida de Kafka y compatibilizar todas sus inclinaciones. Con Felice la Literatura quedaba proscrita, con Milena podÃa abrazar ambas, no en vano ella habÃa sido incluso traductora al checo de algunas de sus obras.
Por ello, el siguiente intento novelÃstico es más acorde a las capacidades que Kafka ha aprendido a reconocer. Los personajes suelen limitar sus apariciones a un capÃtulo concreto. Cada uno de estos se constriñe a un asunto especÃfico, una escena con comienzo y fin. Un esquema, por tanto, menos fluido, pero más eficaz a la hora de transmitir esa angustia, la asfixia vital que va ahogando poco a poco a Joseph K.
Citati, como escritor, nos ofrece una excelente oportunidad de conocer la trastienda de Kafka, ese modo de construir una historia, de construir un relato portentoso, eficaz, la infinidad de pistas que el autor deja tras de sÃ, sus referencias, todos los instrumentos narrativos a que un autor puede recurrir. No estamos ante un crÃtico, sino ante un compañero de profesión de Kafka que se maravilla de los logros de su colega y los comparte con nosotros. En este sentido, la lectura de este libro es gozosa y abre el apetito de volver a los originales, de releer a Kafka con esta nueva visión.
Y con este recuerdo de lo visto abordó su último viaje a Kierling, el último sanatorio, donde falleció hace cien años acompañado de Dora y de su amigo de los últimos años, Robert Klopstock.
Interestingly this half biog/ half textual analysis doesn't focus on what Kafka has become synonymous with - bureaucracy. Using what comes across as a theodic psychoanalysis Citati explores in equal parts Kafka's struggles with God and the two amorous relationships with women in his life; Felice and Milena. Some critics have criticised him for treating Kafka as some sort of wounded or suffering saint, recent biographies have put such a rosy skance in doubt, but a slight romanticisation aside, the difficulties I have are not the focus on Kafka's religious struggles, which are important, not least as Kafka illuminates the struggle with religion felt a generation after Nietzsche declared God is dead but we live amongst his morality without him, an illumination still highly relevant today, rather my difficulties lie in the fact that bureacracy, for Kafka, was such an important vehicle for the means of the continuation of his undead existence. Without it the biography or analysis lies only half completed.
Non esattamente un testo accademico o un saggio di critica letteraria (vorrei onestamente avere una bibliografia, per sfizio personale), non una biografia romanzata... quasi un quaderno di appunti. La vita di Kafka è tratteggiata a schizzi, poeticamente, vista attraverso ciò che scrisse agli amici e ai suoi amori, ci sono date e riferimenti precisi ma anche lunghe divagazioni sulla sua condizione esistenziale. Le opere sono analizzate con attenzione (ho trovato molto interessanti diversi spunti), ma non si tratta appunto di un testo omnicomprensivo su Kafka. Io lo chiamerei un omaggio, ben scritto, in grado di fornire alcune informazioni interessanti ma soprattutto di fornire uno sguardo intimo su uno degli autori più amati del secolo scorso. Lo raccomando a tutti i bimbi di Kafka come me :)
Una vita romanzata, quella di Kafka, alla maniera di Citati, personaggio eccentrico il secondo, personaggio il primo. Molto piacevole la lettura, chiara la cronologia degli eventi. Lo consiglio