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Erika 's Reviews > Il perturbante

Il perturbante by Sigmund Freud
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Sul racconto di Hoffmann "Der Sandmann" si basa interamente il suo saggio sul perturbante Freud. Questo saggio di Freud è scritto nel 1919 ed è quindi tangente all’elaborazione, da parte di Freud, delle sue teorie psicanalitiche. È un saggio molto ampio, e Freud parte per capire e definire cosa sia il perturbante dal saggio di Jentsch e soprattutto da una questione linguistica, cioè Freud fa proprio una ricerca linguistica tra il dizionario della lingua tedesca e in altri dizionari delle lingue europee del termine “unheimlich�. Parte da questo termine per tracciarne la storia all’interno della lingua tedesca e poi arriva anche a verificarne le eventuali traduzioni in altre lingue, mostrando come nelle altre lingue non vi sia un termine analogo, di tale ricchezza e profondità di significato. L’inizio di questo saggio di Freud è di fatti un saggio che si basa su un’analisi di tipo linguistico, la definizione del termine in lingua tedesca e la comparazione del significato in altre lingue. Freud va addirittura a cercare nel dizionario latino, in latino corrisponde al “locus suspectus�, in un’ora “unheimlich� della notte, “intempesta nocte�. Addirittura prova a dare della definizioni in latino, ma non sono uguali al tedesco. Prova anche in greco, in inglese “uneasy�, “gloomy�, “uncanny�, è chiaro che tutte queste parole hanno tutte una sfumatura diversa, fantasmico, che non si dà immediatamente, strano e così via. Sono tutti termini che non sono sovrapponibili, anche nel francese “inquietante, sinistro e lugubre� che appartengono all’area semantica del perturbante ma non vogliono dir proprio la stessa cosa. Anche nello spagnolo, si avvicinano ma non sono. Prenderà anche in considerazione l’arabo e l’ebraico. E farà un lungo cammino di storia del significato dell’“unheimlich� e, in particolare, dimostra come all’interno della parola “heimlich� sia già compreso il suo opposto, il suo significato. Poi Freud passa a riconsiderare alcuni tratti del saggio di Jentsch, soprattutto quello dell’incertezza intellettuale dell’automa e lo collega in maniera esplicita a Hoffman. Quando Jentsch si riferisce alla questione dell’automa e poi cita Hoffman non lo dice esplicitamente ma è chiaro il riferimento alla bambola Olimpia. Freud riprende la frase di Jentsch relativa ad Hoffman, ed aggiunge “Questa osservazione, senza dubbio esatta, si riferisce soprattutto al racconto Il mago sabbiolino, che fa parte della raccolta dei Notturni, dal quale la figura della bambola Olimpia è passato nel primo atto dell’opera di Offenbach I racconti di Hoffman� Secondo Freud questo motivo della bambola in Hoffman non è centrale, ve ne sono altri che per lui sono più centrali e che impiega per condurre la sua analisi e per farci capire cos’� questo perturbante, cioè questo familiare tenuto nascosto e celato e che, ad un certo punto, ritorna. Ci dà un’interpretazione psicanalitica del racconto di Hoffman, la questione centrale per lui è quella del mago sabbiolino che strappa gli occhi ai bambini. Ed effettivamente questo è un nucleo tematico che torna più volte nel racconto, quando nella lettera a Lotario/Clara Nathaniel racconta l’evento tragico che secondo lui si è svolto nella sua infanzia, cioè il momento in cui l’avvocato Coppelius e il padre scoprono la sua presenza nella stanza in cui si era introdotto per spiare e l’avvocato Coppelius tenta di strappargli gli occhi, così come nei racconti della madre e della governante faceva il mago sabbiolino. Poi questo discorso degli occhi lo ritroviamo collegato a Coppola, che vende occhiali, vende binocoli e strumenti ottici, lo troviamo collegato alla bambola Olimpia perché ad un certo punto viene contesa tra il professor Spallanzani e Coppola, le cadono a terra gli occhi che Spallanzani tira addosso a Nathaniel. Dunque si capisce bene che questo motivo degli occhi è centrale. C’� anche un riassunto, a modo suo, del racconto di Hoffman. In questo riassunto, mette in evidenza un punto centrale. Lui muove quest’analisi su due livelli: una più propriamente psicoanalitica, che utilizza anche il romanzo alla stregua di un esempio psicoanalitico e nella seconda parte si occupa un po� di più della finzione letteraria. “Questo breve riassunto non lascia certo sussistere alcun dubbio sul fatto che il senso del perturbante è legato direttamente alla figura del mago sabbiolino, ossia all’idea di vedersi sottratti gli occhi, e che un’incertezza intellettuale nel senso dichiarato da Jentsch non ha niente a che vedere con questo effetto.� Jentsch che invece si concentrava sulla questione dell’automa. A Freud interessa la teoria psicanalitica e comincia a tirare le fila di quanto ha detto e osserva che l’esperienza psicanalitica ci avverte che siamo di fronte ad una tremenda angoscia infantile causata dalla prospettiva di danneggiare o perdere gli occhi. Nella vita di Nathaniel c’� un trauma infantile connesso a quest’idea di danneggiare o perdere gli occhi. Il mago sabbiolino, secondo l’analisi di Freud, si sostituisce al padre temuto dal quale ci si aspetta l’evirazione. Per Freud, il rapporto infantile tra padre e bambino, è caratterizzato anche da questo aspetto di competizione ed ostilità, e secondo Freud, questo è particolarmente evidente nel racconto, dove la figura del padre viene scissa in due: il padre buono che la sera gli racconta le favole ed episodi della sua vita, con cui il bambino vuole sempre trattenersi e, dall’altra Coppelius, che dà un’altra immagine della figura paterna, quella terribile, connessa alla paura dell’evirazione. Freud si concentra ed è anche un punto cardine da un punto di vista tematico del racconto fantastico: il sosia e la scissione dell’io. L’immagine del padre e l’immagine di Coppelius sono un doppio, entrambi rappresentano l’immagine paterna. Questo motivo del sosia e del doppio che percorre tutta la letteratura, dalla gotica alla fantastica, come Dottor Jekyll e Mister Hyde. Freud collega, in termini psicanalitici, la figura del doppio alla questione del narcisismo primario, che può avere una degenerazione psicologica nel narcisismo secondario. Freud parte sempre nella definizione di questi concetti dalla mitologia, dai miti greci, come Narciso che si specchia nell’acqua e si innamora del suo riflesso. Questa fase interessa un momento della crescita del bambino, in cui il bambino riconosce la sua immagine, in qualche modo come altro da sé, ed ha bisogno di questa fase del narcisismo come processo di riconoscimento della sua individualità e quindi crescita. Chiaramente, se questa fase di narcisismo primario, non viene superata e si trasforma in narcisismo secondario, allora diventa una patologia di tipo psicanalitico. Ma il complesso edipico e il narcisismo primario sono fasi della vita evolutiva. Secondo Freud, solo se non superati, portano a degenerazione di tipo psicologico. L’heimlich è qualcosa che è stato tenuto nascosto, celato e che, ad un certo punto, ritorna e diventa perturbante. Qua si tratta di un fatto vissuto come angoscioso e terribile nell’infanzia di Nathaniel, che ad un certo punto, con la vista di Coppola, ritorna. È qualcosa che apparteneva alla sua infanzia che ritorna e che, quando ritorna, genera angoscia. Non è tanto il trauma in sé ad essere considerato perturbante, quanto il fatto che sia stato rimosso, quindi non affrontato, sepolto nella coscienza, quando poi ritorna prende delle forme strane, angosciose, perturbanti. “Può essere esatto che l’unheimliche sia lo Heimliche-Heimische che ha subito una rimozione e poi è ritornato, e che tutto il perturbante risponda a questa condizione� qualcosa di rimosso che poi ritorna, e quando ritorna si camuffa, torna in modo simbolico con uno spostamento.
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Reading Progress

February 5, 2018 – Started Reading
February 5, 2018 – Shelved
February 5, 2018 – Finished Reading

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