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Never Let Me Go
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Gruppo di lettura > Never let me go: II tappa (parte 2, capitoli 10-17)

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message 1: by Yuko86 (last edited Feb 10, 2013 06:49AM) (new) - rated it 3 stars

Yuko86 | 365 comments In questa seconda parte ci spostiamo da Hailsham ai Cottages: niente più tutori o obblighi scolastici, l'unica compagnia è costituita dai veterani.
Cosa ne pensate di questo spostamento? Come mai dalla scuola vengono spostati in questi luoghi? In teoria è un avvicinamento alla vita vera, ma in realtà mi sembra sempre che si trovino in un luogo ovattato e protetto dal mondo reale.
Alcuni partono per i corsi per diventare assistenti: e chi non lo diventa? La nostra protagonista non è ancora diventata donatrice solo per la decisione di fare l'assistente? E coloro che non lo diventano come campano prima delle donazioni?
Cosa ne pensate dei "possibili"? È come dice Ruth, e cioè loro vengono clonati dagli scarti della società? Io ritengo che invece siano solo le persone ricche ad avere la possibilità di avere un doppio cui attingere per eventuali trapianti.
Parlando di Ruth, cosa ne pensate dei suoi atteggiamenti? Non vi infastidisce il suo continuo finge di sapere tutto, il suo emulare gli altri? E la sua relazione con Tommy ha un fondamento reale? O è solo opportunistica?
Secondo voi è vero che coloro che si amano possono ricevere una "proroga"?
È giusta la teoria di Tommy sulla galleria di Madame? Serve a mostrare un loro merito a vivere di più, a mostrare la loro vera anima?


Georgiana 1792 | 3310 comments Yuko86 wrote: "Io ritengo che invece siano solo le persone ricche ad avere la possibilità di avere un doppio cui attingere per eventuali trapianti."

No, non credo che i donatori cedano i loro organi solo ai loro "possibili", ma a chiunque sia compatibile.
Riguardo alla Galleria sì, penso che serva a dimostrare che i cloni, pur essendo creati in laboratorio, abbiano un'anima.
Fra l'altro Ishiguro lo fa capire, ma poi la parola "cloni" viene nominata una sola volta nell'intero libro. Sempre la stessa tecnica del mangime per pesci come lo chiama Tintaglia.

Quello che mi lascia scettica è la passività con cui questi giovani accettano tutto quel che viene loro fatto..


Tintaglia | 5283 comments Mod
Continuo a sentirmi straniata dal racconto, sempre assolutamente gelido, di Kathy, e a osservare perlessa i rapporti interpersonali, che siano fra i tre ragazzi di Hailsham o con gli altri.
Al mondo "reale" non si avvicinano nemmeno per errore, mi pare che abbia ragione Yuko: certo, si trasferiscono nel Cottage, e apparentemente hanno maggiore libertà, ma a parte quella di intrecciare relazioni più o meno durature (e persiste, IMHO, questa rappresentazione funzionalistica e distorta del sesso, apparentemente slegata da vero sentimento - anche se mi chiedo se alla fine provino dei veri sentimenti...) non mi sembra che tentino in alcun modo di usifruire di questa libertà: fanno giusto qualche gita. Ma Ruth pare l'unica che abbia un sogno vero, di una vita vera, gli altri si limitano a seguire il cammino disposto per loro: e anche su questo cammino (francamente agghiacciante: non usi i ragazzi solo come banche d'organi, ma li addestri ad occuparsi dei loro simili, vedendo e rivedendo in continuazione il loro destino...) solo Chrissie e Rodney sembrano avere la speranza che qualcosa si possa cambiare.
Mi incuriosisce, a questo proposito, il fatto che Hailsham sembri essere al centro continuo di voci, quasi leggende metropolitane: i ragazzi dii hailsham vengono visti come privilegiati, Hailsham come un luogo in cui si sarebbe voluto vivere, ogni speranza di miglioramento sembra legata ad Hailsham...

Sui cloni (vedo che mi ha preceduto Georgiana ^^) anch'io credo che siano utilizzati come banche generiche, non specifiche per qualcuno; anche perchè vanno ad esaurirli con più di una donazione (tanto che si pensa che sia sfortunato chi muore appena alla seconda...), e non credo ci sia qualcuno così sfigato da dover fare un cambio di tutti gli organi che ha in corpo. O.O Però non concordo con Georgiana: è vero che la parola "cloni" viene usata poco nel testo, ma noto che tutto quello che ha anche fare con loro e con le donazioni è linguisticamente edulcorato: "finiscono il loro ciclo", per dire, non "muoiono", anche se credo che il significato sia sostanzialmente quello.
Su Ruth: stabilito che mi sta simpatica quanto un attacco di gastrite (ma non è che gli altri mi favoriscano la digestione... =.=) non so davvero valutare la sincerità del suo rapporto con Tommy, nè con nessun altro: mi chiedo anzi come Kathy possa continuare a parlare della loro profonda amicizia, quando mi pare che passassero il tempo a tentare di accoltellarsi a vicenda, o in attesa di un passo falso dell'altra. O.O


Ylenia (yleniaadelasia) | 131 comments Penso che di certo la Galleria serva a dimostrare qualcosa, visto che Miss Lucy si è lasciata sfuggire che i lavori che vi sono contenuti sono una "prova", però che questo possa servire a ottenere una proroga mi sembra solo una pia illusione. Certo parrebbe che una differenza tra Hailsham e gli altri luoghi in cui vengono allevati i cloni ci sia ma sarà questo? Forse vengono semplicemente trattati meglio nell'infanzia.

@Tintaglia: non sono d'accordo su Kathy e Ruth. Credono che tengano molto l'una all'altra, solo che entrambe hanno personalità forti (e assai diverse: Ruth ha l'ansia di piacere agli altri, di essere integrata in un gruppo e ambizioni quasi da "leader", Kathy una "ostinata indipendenza" e la convinzione che per passare il tempo con gli altri debba valerne davvero la pena, altrimenti meglio stare soli).


message 5: by Georgiana (last edited Feb 11, 2013 04:34AM) (new) - rated it 5 stars

Georgiana 1792 | 3310 comments Tintaglia wrote: "Però non concordo con Georgiana: è vero che la parola "cloni" viene usata poco nel testo, ma noto che tutto quello che ha anche fare con loro e con le donazioni è linguisticamente edulcorato: "finiscono il loro ciclo", per dire, non "muoiono", anche se credo che il significato sia sostanzialmente quello."

Allora, premetto che ho finito il libro e dunque (view spoiler)

Per quanto riguarda Hailsham come istituto privilegiato, credo che la discussione della terza tappa verterà soprattutto su questo argomento... XD


LauraT (laurata) | 290 comments Questa seconda parte mi è sembrata più ... interlocutoria. Non mi pare aggiungere molto a quanto già detto nella prima.
Anche per me i "cloni" servono un pò per chi ne ha bisogno, non per la persona da cui sono stati clonati - che lo saprà? Chissà.
Rimangono tutti i punti oscuri: il significato della Galleria - la teoria di Tommy sarà giusta? - lo status "privilegiato" di Hailsham, com'è che si diventa assistenti e donatori - basta una domanda quando gi pare come ha fatto Kath?
Il sesso è finalmente "scoperto", pure troppo; avrà anche questo un ruolo successivamente?


Georgiana 1792 | 3310 comments Sempre ritornando sulla parola cloni: ci si rende conto di quel che questi ragazzi sono solo nel momento in cui viene pronunciata. Sì, d'accordo, bene o male lo si era capito, ma finché non è stata pronunciata sembrava che i pezzi del puzzle galleggiassero liberamente (il famoso mangime per pesci a dosi calibrate che @Tintaglia - ma quanto mi è piaciuta la tua similitudine? - ha nominato alla prima tappa) e poi d'improvviso clack si sono incastrati ciascuno al proprio posto. Esattamente come era successo nella prima tappa. Non capisco come non riusciate ad amare lo stile di Ishiguro!


Francesca (oedipa_drake) | 2435 comments Mod
La seconda parte è stata quella che mi è piaciuta di meno. Inoltre lo sviluppo dei personaggi non mi aveva coinvolto molto - forse perché (personalmente e a livello generale in narrativa) preferisco personaggi che mettono radicalmente in discussione la propria situazione e cercano un modo per ribellarsi o trovare una propria dimensione di vita.

Sullo stile dell'autore, mi riservo una riflessione all'ultima tappa, come chiosa di lettura.


LauraT (laurata) | 290 comments Continuo a concordare con Georgiana (!): anche se questa parte è meno coinvolgente della prima, qui per la prima vota il pezzi del puzzle si incastrano, sul serio e senza possibilità di ulteriori interpretazioni. Si, mi piace moltissimo lo stile di questo autore ...
Ho detto anche a mio figlio di leggerlo, chissà se mi darà retta ...


Saretta (hex53617261) | 2372 comments Mod
Francesca wrote: "La seconda parte è stata quella che mi è piaciuta di meno. Inoltre lo sviluppo dei personaggi non mi aveva coinvolto molto - forse perché (personalmente e a livello generale in narrativa) preferisc..."

Secondo me qui il tema distopico è stato trattato in maniera molto poco "canonica"; solitamente si ha una fase di presa di consapevolezza, una di ribellione/sovversiva e una conclusione che può essere più o meno positiva (ma quasi sempre meno).
In questo caso i personaggi ottengono la consapevolezza ma sono privi di qualunque iniziativa o presa di posizione in merito, personalmente non l'ho trovata una trattazione molto convincente.


Georgiana 1792 | 3310 comments Saretta wrote: "Secondo me qui il tema distopico è stato trattato in maniera molto poco "canonica"; solitamente si ha una fase di presa di consapevolezza, una di ribellione/sovversiva e una conclusione che può essere più o meno positiva (ma quasi sempre meno)."

Secondo me Ishiguro non coleva scrivere un romanzo distopico, ma un romanzo di pura e semplice fantascienza.
Mi ricordo che, quando nel 1996 fu clonata Dolly, ci furono tantissime voci, fra cui il fatto che la clonazione umana sarebbe potuta servire per le donazioni degli organi. Questo libro ci fa vedere una realtà in cui questa ipotesi è stata attuata e funziona da anni. Che poi la distopia sia una branca della fantascienza e che questo romanzo si possa vedere sotto questa ottica, è indubbio.
Per quanto riguarda la mancanza di iniziativa dei personaggi credo dipenda dalla loro natura e da come sono stati cresciuti. E comunque mi riservo di parlarne alla terza tappa, quando potrò scrivere quel che penso senza paura di rivelare troppo. ;)


LauraT (laurata) | 290 comments Riconcordo con Georgiana - non ci prendere il vizio però!
La natura "distopica" del romanzo è a dir poco sfumata; quello che, secondo me interessa di più all'autore, è una fantascienza più che plausibile, come ricordava Georgiana da Dolly in poi.
E l'agghiacciante, e la passività che l'autore impone ai protagonisti, è proprio che questo stato di cose è standard, scontato, neanche da mettere in discussione.
Anche io ho finito il romanzo, e questo se possibile si ripresenterà ancor più prepotentemente nella terza e ultima parte


Yuko86 | 365 comments L'ho finito anch'io, ma non mi ha entusiasmato come invece è successo a voi. Sono del partito Tintaglia XD


LauraT (laurata) | 290 comments Fazioni fazioni fazioni!
Neanche fossimo alle Elezioni!


Tintaglia | 5283 comments Mod
Yuko86 wrote: "L'ho finito anch'io, ma non mi ha entusiasmato come invece è successo a voi. Sono del partito Tintaglia XD"

Yeah.


Saretta (hex53617261) | 2372 comments Mod
LauraT wrote: "Riconcordo con Georgiana - non ci prendere il vizio però!
La natura "distopica" del romanzo è a dir poco sfumata; quello che, secondo me interessa di più all'autore, è una fantascienza più che plau..."


Mah, secondo me, per le tematiche e per le modalità con cui sono trattate il romanzo è di fantascienza distopica (anche perchè non avrei in mente in quale altro genere di sf rientra :) ) e, sempre secondo me, non è certo il miglior esempio del genere.

Per quanto riguarda i personaggi: mi pare - ma potrei sbagliarmi, l'ho letto tempo fa - che siano privi di "domande" sulla loro situazione fin da piccoli; in generale tutti sono molto ubbidienti (e si vedrà anche nella 3° parte) senza mai sgarrare dalle regole date.


Ylenia (yleniaadelasia) | 131 comments Ho ritrovato una recensione del film che avevo letto a suo tempo, che espone la teoria che la rassegnazione espressa dai personaggi sia una conseguenza della cultura giapponese di Ishiguro.
"Questo film, non dimentichiamolo, nasce dall’immaginazione di uno scrittore del Sol Levante, ed è dunque traboccante � come ha sottolineato lo stesso Ishiguro � di quel tipico spirito giapponese che fa dell’accettazione del proprio destino una prova di eroismo, coraggio e nobiltà d’animo."
Non so se è plausibile, però riconosco che una certa differenza nella scala dei valori c'è (per esempio la questione del suicidio). Voi che ne pensate?


Francesca (oedipa_drake) | 2435 comments Mod
Ylenia wrote: " sia una conseguenza della cultura giapponese di Ishiguro"

Ecco, è in parte uno degli aspetti sui quali volevo chiedere il vostro parere, ma, come accennato in precedenza, aspetto l'ultima tappa. ;)


LauraT (laurata) | 290 comments Non ci avevo pensato, ma probabilmente ha ragione il critico: per me "occidentale" è inconcepibile questa accettazione passiva. Ma è in effetti un dato culturale: quando insegnavo in Inghilterra come coinquilina avevo una ragazza della mia età - un paio di anni più giovane, diciamo 20 - che studiava medicina. Era di origine indiana - i genitori entrambi indiani - ma era nata e vissuta sempre in Inghilterra e al momento stava a Londra.
Ma sapeva già che alla fine degli studi avrebbe preso "il" marito scelto dai genitori. Era normale, non c'era neanche da discutere. A me sembrava inconcepibile che alle soglie del nuovo millennio - era il 1992 - una ragazza vissuta sempre in occidente, imbevuta della nostra cultura - libri, tv, musica ecc... - non avesse nulla da eccepire a che il compagno della sua vita dovesse essere scelto dai propri genitori, magari senza neanche conoscerlo. E invece era così ...
Certo il discorso è ovviamente diverso, ma la cultura di base può essere paragonata. Non so


message 20: by Georgiana (last edited Feb 14, 2013 01:03AM) (new) - rated it 5 stars

Georgiana 1792 | 3310 comments Saretta wrote: "Mah, secondo me, per le tematiche e per le modalità con cui sono trattate il romanzo è di fantascienza distopica (anche perchè non avrei in mente in quale altro genere di sf rientra :) ) e, sempre secondo me, non è certo il miglior esempio del genere. "

Ma dobbiamo per forza classificare i romanzi? Per me è un romanzo. Punto.

Riguardo alla cultura giapponese... bah. Comunque Ishiguro è naturalizzato britannico e abita in Inghilterra dall'età di 6 anni. Potrebbe forse essere il retaggio della sua famiglia, ma io continuo a credere che sia la natura dei suoi personaggi e che sarebbe stato lo stesso a prescindere dalle origini dell'autore...


Georgiana 1792 | 3310 comments @LauraT: lo sai che la discussione alla terza tappa la devi aprire tu, vero? :)


Saretta (hex53617261) | 2372 comments Mod
Georgiana wrote: "Saretta wrote: "Mah, secondo me, per le tematiche e per le modalità con cui sono trattate il romanzo è di fantascienza distopica (anche perchè non avrei in mente in quale altro genere di sf rientra..."

:D Io classifico tutto ;)
Per la questione giapponese: anche io avevo avuto la sensazione di un atteggiamento poco occidentale dei personaggi, a questo punto non so se sia retaggio culturale dell'autore o una caratterizzazione voluta.

- Io non sono una fan di questo romanzo (si era capito mi sa :) ) e i personaggi non mi erano stati simpaticissimi -


LauraT (laurata) | 290 comments Georgiana wrote: "@LauraT: lo sai che la discussione alla terza tappa la devi aprire tu, vero? :)"

Sul serio? Ecco le prime parole, diceva quello; datemi un attimo per pensare a cosa scrivere e domani mi metto in paro!


Georgiana 1792 | 3310 comments Saretta wrote: "- Io non sono una fan di questo romanzo (si era capito mi sa :) ) e i personaggi non mi erano stati simpaticissimi - "

Neanche io sono una fan dei personaggi, ma proprio per questo sono una fan di questo romanzo. Mi spiego: non è che i personaggi mi debbano per forza stare simpatici perché consideri un libro bello (ad esempio, da fan della Austen, starei male senza Mr Collins, Caroline Bingley e Lady Catherine in P&P e, soprattutto, stravedo per Mary Elliot Musgrove in Persuasione) e comunque questi personaggi sono dei cloni, cresciuti nell'anonimato, forse convinti anche di non essere degli esseri umani, dunque... ne parliamo alla terza tappa, altrimenti mi lascio sfuggire troppo. :)


Tintaglia | 5283 comments Mod
Ylenia wrote: "Ho ritrovato una recensione del film che avevo letto a suo tempo, che espone la teoria che la rassegnazione espressa dai personaggi sia una conseguenza della cultura giapponese di Ishiguro.
"Questo film, non dimentichiamolo, nasce dall’immaginazione di uno scrittore del Sol Levante, ed è dunque traboccante � come ha sottolineato lo stesso Ishiguro � di quel tipico spirito giapponese che fa dell’accettazione del proprio destino una prova di eroismo, coraggio e nobiltà d’animo."
Non so se è plausibile, però riconosco che una certa differenza nella scala dei valori c'è (per esempio la questione del suicidio). Voi che ne pensate? "


E' una teoria affascinante (io avevo ipotizzato che il gelo che traspare dallo stile dipendesse dalle origini dell'autore: tutti i romanzi giapponesi che ho letto sono molto "controllati"), ma non mi convince applicata a Never let me go. Per accettare il proprio destino bisogna aver coscienza di una scelta: i nostri personaggi sono completamente passivi, non c'è lotta, non c'è accettazione cosciente, solo inerzia, a mio avviso.


Ylenia (yleniaadelasia) | 131 comments Tintaglia wrote: "tutti i romanzi giapponesi che ho letto sono molto 'controllati' "

Stessa cosa anch'io, sebbene la mia cultura in questo campo non sia molto vasta


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