Colosseum. Sfide all'ultima pagina discussion

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La Sfida dei desideri
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Edmond Kirsch non ricorda un po' Elon Musk? 😉



Nel complesso la prima parte mi ha entusiasmato più della seconda, ho cominiciato a perdere un po' di interesse dopo (view spoiler)
Sono del tutto d'accordo con Mick sulla "sfiziosità delle nozioncine" che butta lì e che arricchiscono la cultura personale e salvo nel complesso dalla lettura, un po' poco come bilancio però.
Quello che ho assolutamente trovato scorretto è stato descrivere il finale di un altro libro, famoso importante ma non è detto che tutti lo conoscano già .
In quanto a Wiston avevo subodorato qualcosa (in realtà avevo la sensazione che (view spoiler)
Quindi.... è da un po' che vorrei leggere Il simbolo perduto ma chissà ... spero di non far passare altri 20 anni...

Sono arrivata a Barcellona, sto entrando alla Pedrera, la curiosità non manca perchè la scrittura invoglia a continuare per vedere cosa si è inventato stavolta l'autore, proseguo :)
Sembra di leggere una guida turistica :)
La Sagrada Familia l'ha descritta nei minimi particolari e sono andata a riguardarmi le foto di quando ci sono stata 7 anni fa e mi sono fatta un tour virtuale con le sue parole :)
Non mi aspettavo che (view spoiler)

Sono d'accordo con te anche su Winston, va bene l'intelligenza artificiale ma una macchina che interagisce in quel modo mi è sembrata un po' esagerata.
Come ho detto, dopo la morte di Avila mi sarei aspettata che subentrasse qualche altro cattivone invece è finito tutto a tarallucci e vino, tutti davanti ad uno schermo a pendere dalle labbra di Edmond.
Riporto una frase che condivido in pieno: "Il prezzo della grandezza è la responsabilità ". Quella frase ebbe un grande effetto su Langdon, che spesso temeva che gli esseri umani non sarebbero stati abbastanza responsabili da gestire gli strumenti esaltanti che stavano inventando.


Che dire? Dan Brown non è un genio, ma è uno che fa i compiti e tutto sommato io lo leggo volentieri. Il romanzo è particolarmente poco felice da un punto di vista artistico, molto molto molto schematico, un lungo e probabilmente noioso lavoro da parte di autore ed editor per infilare le nozioncine in una struttura predeterminata senza neanche provare a sorprendere, cambiare le carte in tavola o preoccuparsi della qualità della prosa. Ciò detto l'argomento l'ho trovato interessante, ho conosciuto l'esperimento di Miller-Urey, ho letto qualcosa sul lavoro di Jeremy England, ho rivisto con la mente tanti scorci di Bilbao e Barcellona. C'è di peggio, non credete?
Voto: 6,5
La mia esperienza con Dan Brown risale a quasi 20 anni fa quando lessi - o meglio divorari - Il Codice Da Vinci e poi Angeli e Demoni.
Ho amato tantissimo il ritmo serrato con cui Brown costruiva i suoi romanzi ma ancora di più le atmosfere dei musei e delle opere d'arte in cui li ambientava.
Poi ho smesso di leggerlo perchè in realtà i suoi romanzi finiscono per essere tutti uguali, con lo stesso clichè.
Di questo romanzo sono a quasi metà e riconosco e riscopro i difetti del suo stile che me lo hanno fatto abbandonare: girare dietro lo stesso concetto, sembrare che stia dicendo sempre la stessa cosa, momenti narrativi che diventano eterni perchè catturati da diverse soggettive....
Eppure mi sta piacendo, si fa leggere e mi ha fatto venire una grandissima voglia di visitare Bilbao e il suo Guggenheim...